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Un triste tramonto.

“Res rediit ad Triarios”.
Non resta che affidarci ai Triari… sicuri che non cederanno. Mai.

Quando nel 2016 siamo entrati nella Polisportiva Ostiense, avevamo negli occhi un sogno.
Non importava quanto fosse malmesso il campo B, quanto lavoro fisico avremmo dovuto impiegare per renderlo agibile e quanto tempo ci avrebbe occupato. Per noi, quel campo, era lo strumento principe per la realizzazione degli obiettivi del nostro statuto: diffondere la cultura del rugby a tutti i livelli.
Attenti alla Comunità, in occasione delle nostre feste sportive, alla rieducazione motoria, per le scuole e per altri sportivi, all’individuo.
E noi… che siamo solo una piccola associazione, ce l’abbiamo messa tutta. Con il cuore gonfio d’orgoglio, dopo un’estate di incessanti lavori, abbiamo presentato al mondo la nostra nuova casa.

Quelle che sono trascorse sono state tre stagioni intense, soddisfacenti, anche difficili. 👦👧👨👩
Stagioni in cui il progetto di far crescere lo spirito del rugby, in cui accompagnare per mano tanti piccoli “delinquenti”, ha assorbito tante delle nostre energie.
Anche in questo caso, non importava la fatica, i numeri più o meno esigui, le ore spese sul campo, le notti insonni, i tentativi a volte vani di far comprendere quanto i valori del rugby non siano solo una “vetrina”, ma uno stile di vita, un modo di affrontare il mondo.

Poi… ecco la nostra sfida più grande. 🏉

Affrontare chi minacciava il nostro campo, la nostra casa.
Ad Agosto 2019 la Polisportiva Ostiense, senza preavviso, ci ha comunicato che stracciava il contratto che ci permetteva di utilizzare il campo fino al 2021.

E ancora. Ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo dato tutto e voi con noi. Purtroppo, però, non si possono vincere tutte le battaglie...

A settembre, in barba a quanto scritto, la Polisportiva ha iniziato i lavori distruggendo i nostri pali e raschiando l’erba che avevamo impiantato.
È un duro colpo, ma dipende anche dall’ottica in cui si osserva ciò che accade attorno a noi.
Siamo certi che la casa dei Triari la fanno i Triari stessi.

Quel campo, ormai distrutto, sotto gli occhi di un tramonto addolorato, è dimostrazione delle capacità e della passione di un gruppo che ha potuto e può tanto, ancora.
Quei pali, affranti, a terra, colpiti dall’egoismo di una mano che prende con superbia e incuranza guardando solo il suo padrone. Volevamo inclusione, offrivamo accoglienza, divertimento e tanta tanta passione.

“Res rediit ad Triarios”. Non resta che affidarci ai Triari… sicuri che non cederanno. Mai.
La casa dei Triari sono i Triari stessi.
La targa “qui giocano i Triari” è un simbolo. Questa targa ci seguirà ovunque. Come mercenari, combattenti, noi manifestiamo i nostri ideali in qualsiasi terreno e campo.
La fatica per costruire il campo alla polisportiva non è buttata. Ha unito ancora di più una squadra. È stata grande dimostrazione di coraggio. Niente è perso, anzi. Si hanno le spalle ancora più forti per nuovi scontri e incontri.
Il rugby non è combattimento?
Non è avanzare, sostenere e continuare ad avanzare?
E allora continueremo ad avanzare per sostenere la nostra lotta a favore di questo sport su qualunque campo!

Non è una battaglia persa che fa perdere una guerra intera.

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